Le auto elettriche inquinano davvero meno di quelle diesel o a benzina?
Perchè spesso si legge che non sempre è così? In linea di principio, tra l’impatto sull’ambiente della mobilità elettrica rispetto a quella a diesel o benzina non c’è competizione. A volte però capita di trovarsi di fronte studi e ricerche che mostrano risultati variabili, e che traggono addirittura conclusioni opposte. L’Rse, la società pubblica che si occupa di ricerca energetica, ha cercato di portare un po’ d’ordine in questo mare di “letteratura grigia”.
Il peso di come viene prodotta l’elettricità
Il risultato, in particolare sul caso italiano, è una conferma: sia dal punto di vista dei gas serra emessi “dal pozzo alla ruota”, sia considerando il ciclo di vita della batteria, con un’auto elettrica il risparmio di emissioni è compreso tra il 55 e il 40% rispetto alle motorizzazioni a benzina, e tra il 40 e il 22% rispetto al diesel (il confronto è stato fatto su sei modelli diversi di auto, dalla city car al Suv: Smart, Spark, 500, Golf, Focus, Soul).
Perché allora i risultati esposti sono così variabili? Se da un punto di vista “locale” è sempre meglio trovarsi in una città dove circolano auto elettriche piuttosto che diesel o benzina, i fattori che incidono sulla valutazione delle emissioni sono l’efficienza (il motore elettrico è superiore), il modo in cui l’energia elettrica è prodotta e gli effetti della dismissione delle batterie.
I casi Polonia e Germania
Secondo gli studi più accreditati (dall’Agenzia europea per l’ambiente EEA, al Mit) la superiorità dell’elettrico resta provata. Solo nell’ipotesi abbastanza inverosimile in cui l’elettricità venisse prodotta tutta da carbone, un’auto elettrica potrebbe emettere più gas serra dei veicoli diesel o benzina. Ma anche nel caso della Polonia - dove il 70% dell’energia proviene da carbone e lignite - l’auto elettrica è meno inquinante. In quello italiano poi, dove il 37% dell’elettricità viene da fonti rinnovabili (e il 40% dal gas) il vantaggio è evidente. Utilizzando un mix tedesco, dove carbone e lignite sono presenti, la differenza con il diesel si fa un po’ più stretta.
La vita utile delle batterie
Per avere risultati paragonabili, sarebbe fondamentale confrontare auto con potenze e prestazioni simili e assumere stime di consumi realistiche; a incidere, sono soprattutto la vita utile delle auto e delle batterie. Più i valori chilometrici di cui gli studi si servono sono corti, più svantaggiata risulta l’auto elettrica, il cui impatto ambientale si concentra nella fase di costruzione.
Un esempio? Il valore più comune preso in esame è di 150mila chilometri, mentre per un’auto di segmento C (ad esempio la Golf) sarebbe più corretto posizionarsi sopra i 200mila chilometri. Spesso, poi, si ipotizza anche la sostituzione della batteria, malgrado le case automobilistiche le garantiscano al 70-80% della capacità, con una percorrenza di 160-200mila Km (e uno spostamento giornaliero sarebbe comunque fattibile anche con una batteria “spompata” del 70-80%). Infine, si ipotizza che le batterie (produzione di anodo e catodo e poi assemblaggio)vengano realizzate in Cina, con il mix energetico di quel Paese, cosa invece non vera per Tesla e molte case europee. Che cosa accadrà nei prossimi dieci anni? La tecnologia permetterà di certo più efficienze in entrambi i settori, ma la differenza la farà il mix energetico: con l’utilizzo sempre maggiore di energie rinnovabili, l’elettrico sarà ancora meno inquinante rispetto a Diesel e Benzina.
articolo tratto da https://www.corriere.it/
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